Il metodo Low Poo è un movimento che nasce negli USA e che promuove l’abbandono totale (No Poo) o parziale dell’uso dello shampoo per il lavaggio dei capelli e il ritorno a metodi di lavaggio alternativi molto più naturali e delicati.
Questo metodo, negli ultimi anni, si sta diffondendo molto di più anche nei paesi occidentali perché le persone sentono sempre più l’esigenza di trattare i capelli con prodotti meno aggressivi e più compatibili con la struttura capillare. Inoltre è sempre più forte la consapevolezza ambientale, ovvero, l’importanza di mettere in atto tutta una serie di strategie per inquinare meno l’ambiente. Ma vediamo insieme come nasce questo movimento, come si diffonde, come si evolve e in cosa consiste.
La storia del Low Poo
Il movimento del Low Poo ha origine negli USA da quello del No Poo, dove “poo” sta per shampoo, che consiste nel lavare i capelli solo ed esclusivamente con l’acqua tiepida, quindi senza l’utilizzo di shampoo e tensioattivi.
Secondo i sostenitori di questo movimento, shampoo e balsamo tradizionali costringono a un loro utilizzo costante e generano, pertanto, un circolo vizioso. Sgrassare i capelli periodicamente fa sì che i capelli si sporchino molto di più e vi sia la necessità di utilizzare nuovamente shampoo e balsamo per detergerli. L’utilizzo settimanale di shampoo e balsamo, i quali contengono tensioattivi e solfati (SLS e SLES), le sostanze che fanno la schiuma, non solo puliscono la superficie dei capelli dallo sporco e da residui di prodotti di styling ma eliminano anche i lipidi buoni prodotti naturalmente dal cuoio capelluto, che servono a idratare la fibra, per cui a lungo andare rovinerebbero il capello indebolendolo e sfibrandolo. Tali sostanze, inoltre, inquinano l’ambiente: prevale quindi anche l’aspetto ecologico.
Sicuramente starete pensando che la sola acqua non è in grado di lavare i capelli. Secondo i sostenitori di questo metodo, dopo una fase di transizione della durata variabile tra le 4 e le 8 settimane, in cui i capelli risulteranno essere decisamente molto grassi, i capelli si riassesterebbero, grazie ad una ridotta produzione di sebo e quindi sarebbe sufficiente continuare a lavarli con sola acqua.
Successivamente si diffonde una soluzione meno drastica del No Poo, il cosiddetto Low Poo, un compromesso che consente l’utilizzo di pochi tensioattivi per assicurare un lavaggio naturale e delicato del capello, che non aggredisce e non danneggia i capelli e che ha, inoltre, un basso impatto ambientale.
Il diffondersi del movimento Low Poo ha dato vita a diversi metodi di lavaggio alternativi del capello dal carattere prettamente casalingo, quindi da realizzare a casa con alcuni ingredienti particolari dal potere lavante perché contenenti saponine, delle speciali molecole in grado di catturare il sebo e lo sporco, come le farine (famose quelle di ceci e avena), le argille (ottimo il ghassoul), il bicarbonato, l’aceto, il miele, il tuorlo d’uovo e le erbe ayurvediche (come shikakai, sidr, reetha e methi). Rientra in questa categoria anche il metodo del co-wash, utilizzato già dal popolo afro per detergere le loro folte chiome, che consiste nel lavare i capelli con balsamo e zucchero, in modo da unire potere detergente a potere condizionante.
Infine, le varie case cosmetiche hanno sfruttato il successo del metodo Low Poo realizzando dei veri e propri prodotti innovativi “ibridi”, i cleansing conditioner, dei balsami lavanti che detergono i capelli secondo il principio del co-washing, ovvero con pochissimi tensioattivi.
Metodo Low Poo: il co-wash
Il co-wash è il lavaggio Low-Poo per eccellenza che nasce per la hair beauty routine dei capelli afro, tipicamente ricci, anzi, riccissimi, crespi, secchi e difficilmente domabili. Questa tecnica però risulta perfetta non solo per i ricci ma anche per capelli stressati, fragili, rovinati da trattamenti prolungati, piastre e strumenti a caldo in generale, capelli che soffrono per l’assenza di lucentezza e vitalità. Questa tecnica non è però adatta alle persone con i capelli grassi o con tendenza a ingrassare perché il balsamo lavante mantiene gli oli prodotti dalla propria cute e sulla superficie del capello, facendoli apparire sempre più carichi di residui e non molto appariscenti.
Questo metodo consiste nell’utilizzo di un buon balsamo (possibilmente eco-bio) e di zucchero (raffinato o di canna) per la detersione di capelli e cuoio capelluto. Il mix di questi due ingrendienti va massaggiato per qualche minuto sulla cute per poi essere risciacquato con acqua tiepida: il lavaggio avviene tecnicamente soprattutto grazie ai tensioattivi (cationici) presenti nel balsamo e in parte grazie all’azione meccanica dello zucchero massaggiato.
In commercio esistono anche prodotti già pronti per il co-wash, il più famoso è il balsamo lavante micellare della linea Undici di Domus Olea Toscana formulato con fitocheratina, foglie d’olivo e 11 piante toscane, dal forte potere idratante e ristrutturante.
Metodo Low Poo: le erbe ayurvediche
Il lavaggio con le erbe ayurvediche è sicuramente il più antico e naturale che sfrutta il potere lavante di alcune erbe che contengono saponine, delle sostanze in grado di catturare il sebo e lo sporco dai capelli, assicurando una detersione delicata, naturale ed ecologica. Questo metodo di lavaggio alternativo è indicato per tutti i tipi di capelli.
Con le polveri lavanti di shikakai, sidr, reetha e methi è possibile realizzare un impacco mescolando la quantità necessaria di polveri, in base alla lunghezza dei propri capelli, con acqua calda, da applicare su capelli umidi, cute e lunghezze, massaggiando delicatamente e tenendo in posa per almeno mezz’ora, risciacquando infine con acqua tiepida.
Con le erbe ayurvediche è possibili realizzare anche uno shampoo secco da utilizzare quando i capelli non sono troppo sporchi, o quando solo le radici appaiono unte e non si ha il tempo materiale per lo shampoo oppure se si desidera limitare o rinviare lo shampoo, cosa utilissima per capelli grassi. In questo caso è possibile aggiungere qualche olio essenziale a scelta al mix di polveri lavanti, applicare il tutto sul cuoio capelluto e sui capelli, massaggiare bene con i polpastrelli, tenere in posa per circa 5-10 minuti, ed eliminare la polvere con spazzola e phon.
Metodo Low Poo: le argille
Il lavaggio dei capelli con le argille è un altro metodo antichissimo. La più famosa argilla lavante è sicuramente il Ghassoul o Rassoul che in arabo significa letteralmente “Terra che lava”: si tratta di un’argilla vulcanica raccolta nella regione del Medio Atlante del Marocco, utilizzata come shampoo o sapone grazie alla sua eccezionale capacità di legarsi al grasso e di veicolare l’acqua.
A differenza delle erbe lavanti, il Ghassoul non contiene saponine e la sua azione lavante avviene in maniera meccanica in quanto agisce assorbendo le impurità ed il grasso, senza irritare le ghiandole sebacee. Quindi, è particolarmente indicata per chi ha i capelli grassi, in quanto assorbe e regola l’eccesso di sebo, aiuta a combattere la forfora ed il prurito, dona volume, luminosità e morbidezza ai capelli. Così come per le erbette lavanti, va miscelata con acqua calda, massaggiata su cute e capelli per circa 10 minuti e risciacquata.
Metodo Low Poo: le farine
Il lavaggio alternativo con le farine è anch’esso molto antico ed è estremamente consigliato in caso di capelli grassi, in quanto le farine hanno un’elevata quantità di saponine e quindi hanno un buon potere sgrassante. Tra le farine derivanti da cereali e da legumi, le più utilizzate sono indubbiamente la farina di ceci e la farina di avena, quest’ultima molto delicata può essere apprezzata anche da chi ha i capelli tendenti al secco e cute delicata per le sue note proprietà emollienti.
Il lavaggio con le farine non richiede particolari tempi di posa, è sufficiente massaggiare per qualche minuto sulla cute (con i capelli bagnati) l’impasto preparato con acqua a temperatura ambiente fino a creare una pastella abbastanza liquida, per poi procedere al lavaggio accurato. Per evitare l’odore sgradevole, unico inconveniente di questo tipo di lavaggio, è possibile aggiungere qualche goccia di olio essenziale a scelta all’impasto. Per evitare, invece, un’eccessiva secchezza dei capelli è possibile aggiungere all’impasto miele o zucchero.
Esistono tantissimi altri metodi di lavaggio alternativi del capello altrettanto efficaci come quelli che abbiamo menzionato: dovete solo valutare il vostro tipo di capello e il suo stato, solo così potrete decidere la sua beauty routine. Una cosa è certa: riducendo l’utilizzo di tensioattivi per lavare i vostri capelli, farete del bene non solo a loro, rendendoli più nutriti, forti e luminosi, ma anche all’ambiente e agli altri organismi viventi.