Il makeup si evolve in continuazione e anche le tecniche adottate per creare un trucco assolutamente perfetto cambiano, migliorano e sanno decisamente sorprenderci. Dopo il boom del contouring enfatizzato e ben visibile, lo strobing, che vede l’illuminante dominare nella base trucco, adesso è in voga il baking makeup, una tecnica che promette di ottenere una base perfetta, impeccabile e che si mantiene inalterata nel tempo senza la necessità di effettuare ritocchi durante la giornata.
Ma cos’è il baking makeup?
Se pensavate che termini come “cottura” o “cucina” fossero prettamente culinari vi sbagliate di grosso e il motivo è molto semplice: con la parola baking in questo caso intendiamo la realizzazione di una base viso perfetta, senza la presenza di pori dilatati, che evidenzia le zone più alte del viso come gli zigomi e rende in finale l’incarnato luminoso, vellutato e del tutto privo di imperfezioni. Il tutto solo con l’ausilio di una classica cipria neutra o HD come quelle che i più famosi makeup artists utilizzano abitualmente per creare makeup specifici che rendano bene sia in fotografia che sulle passerelle.
Il baking makeup ha preso piede sui social solo di recente ma in realtà si tratta di una tecnica già conosciuta da tempo nel settore. Ne parla anche il makeup artist per il brand Illamasqua Tonee Roberio che illustra i risultati che si possono ottenere: una pelle di porcellana, uniforme, omogenea, priva di imperfezioni completata da una base a lunga tenuta senza la necessità di effettuare ritocchi: ideale insomma se dobbiamo partecipare ad una cerimonia importante dove essere impeccabili è la parola d’ordine. Il makeup artist Mario Dedivanovic utilizza questa tecnica da tempo per realizzare il makeup di Kim Kardashian.
In che cosa consiste tale tecnica?
In buona sostanza il baking makeup consiste nella stratificazione dei vari prodotti che utilizziamo per creare la nostra base trucco (primer,correttore, fondotinta ecc.), fissandoli di volta in volta con la cipria in modo da creare una base sicuramente “pesante” ma dalla durata letteralmente estrema.
La vera particolarità però consiste, al di là del fissaggio strato su strato dei vari prodotti, nell’applicare la stessa cipria, in maniera decisamente copiosa, in particolari zone del viso mantenendola per un certo periodo di tempo ad esempio sul correttore o sull’illuminante un po’ come se quella stessa zona dovesse “cuocere” … da lì il termine baking!
Sicuramente è una tecnica adatta a trucchi decisamente importanti, non certo nel quotidiano. Un esempio potrebbe essere il classico makeup impiegato dalle drag queen. Proprio per questo motivo, se consideriamo un ambito prettamente teatrale o artistico, il makeup necessita di un fissaggio extraforte e di una enfatizzazione dei tratti somatici decisamente più marcata ed importante.
Come si realizza il baking makeup?
Le parti del viso che solitamente vengono enfatizzate, naturalmente saranno state precedentemente trattate applicando strato su strato i vari prodotti, principalmente correttori e illuminanti in crema, zone nelle quali sono stati realizzati dei chiaroscuri come ad esempio zigomi, o contorno occhi, mento e naso per citare alcuni esempi.
Sommariamente vengono utilizzati correttori molto più chiari rispetto all’incarnato in modo da andare letteralmente ad illuminare la zona, per poi applicare la cipria, ma in modo diametralmente differente rispetto a come siamo abituate noi insomma.
Nella tecnica del baking, la cipria viene applicata in abbondanti quantità ma non con il classico pennello come siamo abituate, anche perché stiamo parlando di cipria traslucida (bianca quindi) in polvere libera, bensì con una spugnetta inumidita classica angolata facilmente reperibile in qualsiasi profumeria, o meglio ancora la “beauty blender” in modo da ottenere cosi un effetto più enfatizzato ed estremamente coprente.
Si procede prelevando la cipria dalla sua confezione in maniera abbondante senza scaricare la spugnetta come di solito facciamo con il pennello, e a questo punto si cospargono pian piano le zone interessate fino a ricoprirle completamente di prodotto.
Tra le zone da trattare con questa tecnica troviamo le occhiaie, sulle quali molto spesso si applicano correttori illuminanti per andare a creare cosi un effetto riposato,disteso e luminoso, oppure il naso, per ottenere un punto luce dorso in modo da assottigliarlo, o ancora sotto agli zigomi, alla fronte e al mento, per creareun contrasto maggiore e più evidente rispetto alle zone che abbiamo precedentemente scurito col contouring.
Una volta effettuata questa operazione, a questo punto avviene il vero processo di “baking” o”cooking” che dir si voglia: la cipria viene lasciata agire sulle zone da 10 a 30 minuti affinché vada a fissare perfettamente i prodotti precedentemente applicati ed enfatizzi maggiormente le zone illuminate.
Una volta trascorso il tempo necessario, si procede nella rimozione dell’eccesso di cipria con l’ausilio di un pennello morbido (perfetti quelli a ventaglio) attuando movimenti molto delicati, un po’ come se andassimo a “spolverare” il nostro viso.
A questo punto sul viso rimarrà solo la quantità di cipria necessaria a fissare adeguatamente il trucco evitando anche che la base vada a depositarsi nelle piccole pieghe del viso creando un effetto decisamente antiestetico.
Per chi è adatta?
Sicuramente non è adatta al nostro makeup quotidiano in quanto la tecnica baking richiede tempi di realizzazione piuttosto lunghi e il risultato è piuttosto “drammatico” quindi adatto ad un ambito prettamente fotografico, scenico e teatrale.
Come sottolinea anche il famoso makeup artist Wayne Goss, cosa da non sottovalutare è anche la propensione di questa tecnica nel rendere la pelle particolarmente secca: sappiamo bene che la cipria va ad “asciugare” e viene da sé che l’applicazione abbondante e la “cottura” andranno a seccare particolarmente la pelle, rischiando di dare al nostro viso quella fastidiosa sensazione di “pelle che tira”.
Personalmente non la trovo nemmeno propriamente adatta alle pelli mature e segnate anche solo da rughe di espressione, che ricoperte da strati e strati di trucco letteralmente “stuccato”, inevitabilmente renderebbe scomoda la normale e naturale mimica facciale. La soluzione alternativa sarebbe quella di utilizzare più strati cremosi in modo da rendere meno “solido” il trucco, mantenendo la pelle leggermente più idratata.
In conclusione sono dell’idea che il trucco portato agli eccessi, non rappresenti mai la soluzione estetica che si addice al nostro viso. Non siamo più belle se abbondiamo col makeup. Molte volte un trucco naturale e “acqua e sapone” è in grado di valorizzarci anche di più. Non tentiamo di assomigliare forzatamente alle star del cinema perché il tentativo potrebbe rivelarsi decisamente fallimentare in quanto ogni viso è una morfologia unica che non si può standardizzare. Cerchiamo di essere sempre semplicemente noi stesse!